Scritto da Padre Rocco Marra Giovedì 17 Ottobre 2013
Ai miei familiari, amici, benefattori e a tutti coloro che ho incontrato in questi 25 anni di sacerdozio ministeriale, a tutti vorrei dire grazie e chiedere anche scusa se non ho saputo trasmettere i valori evangelici del Buon Pastore. Un grazie sincero ai Missionari della Consolata, di cui faccio parte, con i quali ho potuto cominciare a concretizzare il mio sogno missionario, lasciando la mia terra natale. Loro mi hanno incoraggiato a continuare il cammino, anche in momenti difficili, quando volevo persino intraprendere un’altra strada.
Sono da vent’anni in Sud Africa, insieme agli altri missionari, con la luce di Dio, mi realizzo come evangelizzatore, animatore e consolatore. Purtroppo sto scrivendo questa lettera in fretta, ma appena posso farò qualche giorno di ritiro personale per osservare più in profondità il lavoro del Signore in me e in tante persone che Lui mi ha messo nel cammino. Così come faville mi vengono alla mente alcuni momenti della mia vita che sono stati importanti e sono di sostegno alle mie motivazioni: Prima di tutto ricordo mia madre: quando eravamo piccoli ci raccontava una storia “romana” di una signora ricca che andava a trovare un povera mamma.
La ricca ha aperto i suoi scrigni di oggetti preziosi, poi anche la povera non ha esitato a presentare i suoi “preziosi” figli. Venticinque anni fa ho scelto Atti 3:6 quando Pietro risponde alla storpio: “non possiedo né argento, né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina”.
Gesù è venuto per salvare l’umanità, la persona è al centro dell’evangelizzazione, la persona e la comunità è evangelizzata ed evangelizzatrice. Progetti per i più piccoli e i più deboli, attenzione agli “ultimi” ecc. Tutto si sintetizza nella dignità della persona, che trova la sua realizzazione definitiva in Cristo Salvatore del mondo. Poi ancora ricordo la creatività dell’insegnante delle scuole elementari, Signora Etta De Micheli, che ci insegnava a riciclare oggetti e cose inutilizzate per trasformarle in qualcosa di utile; come il rotolo della carta igienica trasformato in porta penne. Gli anni dell’adolescenza non posso dimenticare don Tonino Bello con la caccia al tesoro ci faceva sognare. Veramente cos’è la vita e la fede, è un’avventura alla ricerca del Tesoro, che è dentro di noi, le tappe rappresentano i momenti di crescita, quindi di trasformazione, fino a raggiungere la statura di Cristo.
Celebrando quest’anniversario, celebro la vita, a Tricase ci auguriamo tante volte “buona salute” del corpo e dello spirito. Ringrazio Gesù mi ha guardato (Mc 10,21a) e guarito con il suo sguardo e la sua Parola, per mezzo dei suoi messaggeri, come ad esempio: Ero in Casa Generalizia, a Roma, per un corso, nel 2003, e un giorno mi è venuto un dolore alla caviglia, l’ho sopportato per un po’ di ore, poi volevo andare a casa a Tricase.
La mattina presto, prima di partire, sono andato a prendere il caffè, ma per il dolore ho avuto brividi e i sintomi erano come di un collasso e mi son seduto vicino alla macchina del caffè. Grazie a Dio è passata la suora infermiera che mi ha procurato subito delle “gocce” per la pressione e poi anche il P. Trevisiol che mi ha fatto un buon caffè. Da allora seguo una dieta, controllando il colesterolo e per evitare la gotta.
Dopo tanti anni di seminario, sia in diocesi, che con i missionari della Consolata, un po’ da incosciente, pensavo di farcela ad andare avanti spiritualmente con l’aiuto di Dio, e farne a meno della mediazione umana. Ma il momento è arrivato quando con l’acqua alla gola, mi son trovato in un periodo di crisi.Come conclusione di questa mia breve condivisione, e la sento come un rinnovo del mandato missionario: nel maggio 2009, a Dar-es-Salaam – Tanzania, durante un corso internazionale tra di noi missionari e missionarie della Consolata, è venuta a parlarci la giornalista Signora Vicky Ntetema, che ci ha aggiornati su alcuni casi di maltrattamento dei giovani albini da parte di “stregoni”, che preparano fatture con le ossa umane.
Questi stregoni operano in posti isolati, dove di solito i missionari non arrivano. Dalla sua conferenza come conseguenza c’è da chiederci: Come moltiplicare missionari, uomini di Dio, perchè anche i posti più lontani possano essere raggiunti dalla Parola di Dio? La nostra preghiera: Chiama i tuoi messaggeri Signore perchè, nel tuo nome, la persona umana sia rispettata in tutti gli angoli di questo nostro pianeta. Maria Consolata accompagnaci a proseguire il cammino della vita e a servire il popolo amato da Dio.
Allora, buon cammino e coraggio a tutti
P. Rocco Marra, IMC