Scritto da Don Flavio Ferraro Domenica 7 Settembre 2014
La prima lettura di questa domenica ci indica il primo atteggiamento della sentinella, ed è quella dell’ascolto: “Quando sentirai dalla mia bocca una parola”. Quindi ciò che deve fare una sentinella é sentire. Mi viene in mente il brano di Is 50: “Ogni mattina [il Signore] fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro”. La sentinella sulla torre, soprattutto di notte, deve saper ascoltare. Nel buio della notte, il nemico può avvicinarsi senza alcun cenno di luce, quindi una sentinella che non sa ascoltare può rovinare la vita non solo sua, ma di tutta la città. Ma la nostra sentinella “teologica”, cosa deve ascoltare? Ebbene, per non lasciarsi sopraffare dalle informazioni sbagliate e per poter discernere la cosa da fare nella vita, l’unica cosa che bisogna ascoltare e che è sicura guida nella vita è la Parola di Dio. Il contatto quotidiano con la Scrittura è guida sicura contro qualsiasi visione distorta della vita, così come tante volte ce la presenta la stampa.
Poi, una sentinella deve vedere bene. Se ha sentito il minimo rumore nei dintorni, deve poi scorgere anche nel buio il pericolo. Se dovesse capitare che non sente il pericolo e lo vede prima, potrebbe essere già troppo tardi: il nemico potrebbe essere troppo vicino è non farebbe in tempo suonare la campana o il corno per avvertire i suoi protetti. Ma così verrebbe meno alla sua missione e metterebbe ancora una volta in pericolo la vita della città. Per quanto riguarda l’informazione dei nostri tempi come si fa a non vedervi le tante bugie che si scrive solo per fare scoop e per vendere quel prodotto?
Per ultimo, la sentinella deve saper avvertire... parlare. Se volete, qui abbiamo a che fare con la testimonianza. Ma è per ultimo. Mi pare che oggigiorno tante volte capita che questa successione sia capovolta: si parla tantissimo, ma senza aver percorso le prime due tappe: quella dell’ascolto e quella del vedere (vale a dire: quella della verifica, del discernimento).
Dunque, l’immagine della sentinella, a parte la provocazione per un’atteggiamento critico di fronte alle tante informazioni della stampa, credo abbia ancora un’altra sfumatura, in ciò che deve fare la sentinella – ascoltare, vedere, testimoniare – si può vedere una bella parabola della vita di fede, la quale si fonda prima di tutto sull’ascolto della Parola (fides ex auditu), cresce con il vedere la presenza di Dio nella storia e arriva alla maturità nella testimonianza. Capovolgere questa successione potrebbe portare alla mistificazione della stessa vita di fede e addirittura ad un fondamentalismo pericolosissimo. E la storia anche recentissima ci svela quanto sia pericoloso questo tipo di fede.
Scatta qui allora l’invito di pregare il Signore che ci doni la triplice grazia: quella dell’ascolto, quella del saper vedere e poi quella del testimoniare la bellezza di vivere in sua presenza, l’unica cosa certa, l’unica bella e vera notizia. Che diventiamo tutti sentinelle del terzo millennio, così come il santo papa Giovanni Paolo II invitava i giovani a Tor Vergata!